Nascosti alla luce del sole
Dal 21.09.2023 al 27.10.2023

Gli appassionati di film, libri gialli o thriller sanno bene come spesso il luogo in cui nascondere le prove più compromettenti sia “alla luce del sole”, dove chiunque possa vederle senza notarle. Fin dal Paleolitico gli uomini hanno utilizzato delle maschere: con del fango i primi ominidi che si coprivano il volto per mimetizzarsi nell’atto della caccia, le culture animiste africane e sudamericane per dialogare direttamente con spiriti e divinità; gli attori greci con terracotta, fino alla tradizione ancora attuale delle maschere del teatro Noh; nella cultura cristiana-cattolica per concedersi divertimenti e svaghi prima delle restrizioni del periodo quaresimale: Pulcinella, Arlecchino, Pantalone, Colombina nella tradizione della commedia dell’arte.
A questo tema così potente noi di Nashira Gallery abbiamo deciso di dedicare la nostra seconda collettiva e con essa presentare un’anteprima degli artisti che nei prossimi mesi ospiteremo nei nostri spazi con una serie di mostre personali.
Ako Atikossie (Zalivé, 1980), artista originario del Togo ma da anni residente in Italia, nelle proprie opere riflette sulle leggi naturali e scientifiche che regolano il mondo e il cosmo tentando di dare loro forma e rappresentazione, sagomando segni e tratteggi rappresentanti le forze che ci rendono parte di un tutto, come Congettura dello spazio-tempo (2023), ispirata a una delle più recenti teorie scientifiche, la “Teoria del tutto”.
Ispirata alla figura mitologica di Giano bi-fronte, anche l’opera di Zadok Ben-David (Beihan, 1949), yemenita ma londinese di adozione, ha due facce e due punti di vista. Una scultura ripresa dall’artista dalla visione, durante una festa a Quito in Ecuador, di uno dei costumi tradizionali indossati dalla popolazione: Aya Uma, una figura che rientra nella concezione andina del mondo e dell’universo.
Un sole ricorda sicuramente il bassorilievo Mask del 2022 della serie Catching Suns di Maria Positano (Napoli, 1995), ispirata alla tradizione delle maschere funerarie e in particolare a quella di Agamennone rinvenuta a Micene e oggi conservata al Museo Archeologico Nazionale di Atene. Nate con lo scopo di tramandare i lineamenti di personaggi di rilievo, le maschere erano spesso realizzate in materiali preziosi come appunto quella di Agamennone in lamina d’oro. La Positano riproduce qui la medesima preziosità utilizzando invece materiali poveri e di riciclo.
La trasmutazione di materiali di recupero per dare vita a nuovi reperti, feticci, simulacri e totem accomuna la ricerca di Maria Positano a Emanuele Resce (Benevento, 1987) ma con risultati differenti. Nelle sue opere: pietre, legni, denti di vari animali e creta diventano gli elementi attorno a cui aggregare camere d’aria di biciclette, lattine e contenitori usati, pezzi di lamiera, colori spray. Materiali che l’artista rielabora e assembla per creare delle divinità contemporanee, selvagge quasi aliene per cercare di riunire naturale e artificiale in un unico universo.
Il cambiamento di forma, la metamorfosi, è un tema antico quanto quello della maschera. Alik Cavaliere (Roma, 1926 – Milano, 1998) proprio al tema della metamorfosi ha dedicato molte delle sue opere. Della serie Giochi Proibiti – Metamorfosi, una figura antropomorfa sembra allungare un braccio verso l’alto, la mano si ingigantisce somigliando ai rami di un albero: una trasmutazione che non può non ricordare la leggenda di Apollo e Dafne resa immortale da Ovidio nelle sue famose Metamorfosi.
Sono cavalieri i soggetti rappresentati nei propri dipinti dall’artista americano Sebastian Thomas (Fayette, Arkansas, 1994). L’artista riprende tecnicamente e iconograficamente le miniature degli incunaboli medievali appropriandosene e rinnovandone l’attualità con soggetti cavallereschi a dimostrazione di come l’oggetto maschera abbia attraversato la storia dell’uomo con molteplici funzionalità.
Come per la sua prima collettiva dal titolo “Profezia”, anche per questa occasione Nashira Gallery ha selezionato alcune opere provenienti da Collezione 54 per dare vita a un gioco di rimandi e dialoghi tra artisti di culture e generazioni diverse. Collezione 54 è un’importante collezione privata d’arte contemporanea di base a Milano che da circa trent’anni ha focalizzato la sua attenzione sulla produzione artistica del Continente Africano.
Tra le opere in esposizione potrete trovare: la fotografia Tipo Passe (Diana S. Sakulombo) dell’Angolano Chagas Edson (Luanda, 1977) un’antica maschera africana viene indossata su abiti di un’elegante e classica formalità dando vita a un personaggio inconsueto andando a rappresentare la relazione tra la tradizione africana e un paese oramai parzialmente “occidentalizzato”, nel quale sono comparsi ormai nuovi canoni di bellezza e rappresentazione. Emo De Medeiros (Cotonou, Benin, 1979), è un artista multidisciplinare che indaga le tematiche del post-colonialismo e del multiculturalismo in chiave fantascientifica creando, come per esempio con Zangbeta, costumi che ricordano quelli tradizionali del continente ma ri-attualizzati con materiali artificiali e parti robotiche: fantascienza-africana. Una donna dal volto e corpo dipinto siede a una tavola apparecchiata con una tovaglia arancione, ai suoi piedi un animale, cane o gatto indossa la maschera di una sfinge. Questo è il soggetto del dipinto di Kelechi Charles Nwaneri (Lagos, 1994) giovanissimo artista che dà vita a opere surreali in cui mixa elementi tratti dalla tradizione a soggetti e oggetti tratti dalla contemporaneità, riflessioni visive sull’integrazione e la globalizzazione.

Nascosti alla luce del sole, installation view, 2023