Nascosti alla luce del sole

Dal 21.09.2023 al 27.10.2023

La mostra collettiva Nascosti alla luce del sole, esposta presso Nashira Gallery dal 21 settembre al 27 ottobre 2023, ha visto la partecipazione di artisti della galleria – Ako Atikossie, Zadok Ben-David, Maria Positano, Emanuele Resce, Alik Cavaliere, Sebastian Thomas – e di artisti della collezione privata Collezione 54Chagas Edson, Emo de Medeiros, Kelechi Charles Nwaneri – per dare vita a una catena di rimandi e dialoghi tra artisti di culture e generazioni differenti. 

La mostra raccoglie interpretazioni diverse del tema della maschera, un concetto che ha accompagnato l’umanità fin dai tempi più antichi e che, assumendo le sfaccettature più diverse, resta vivo fino ai giorni nostri. Da sempre, infatti, l’uomo ha sentito l’esigenza di indossare una maschera, che fosse per sfuggire temporaneamente alla propria individualità o per mimetizzarsi all’interno di specifici contesti oppure per diventare, di volta in volta, seppur temporaneamente, una persona altra.

Le opere scelte – differenti tra loro per medium, linguaggi, forme e materiali in quanto differenti espressioni delle ricerche artistiche dei singoli autori – pongono l’accento ciascuna su un aspetto differente di questo unico ma dirompente concetto. 

In alcune popolazioni e secondo alcune credenze, la maschera viene indossata nei riti legati alla nascita del cosmo e dell’universo, e trasformerebbe chi la indossa in una divinità, un demone o un altro essere vivente. Ako Atikossie ​​(Zalivé, 1980), artista originario del Togo da anni residente in Italia, riflette questi temi nelle sue opere e per Nascosti alla luce del sole ha esposto l’opera dedicata ad una delle teorie più recenti, la “Teoria del tutto”: Congettura dello spazio-tempo (2023).

Zadok Ben – David (Beihan, 1949) affronta il tema della maschera secondo un’altra angolazione: approfondisce il tema del doppio. La sua scultura, Aya Uma, ispirata dalla visione di uno dei costumi tradizionali di una festa di Quito in Ecuador, è rappresentazione di un diavolo della tradizione della popolazione ecuadoriana, una figura costituita da tutti gli opposti esistenti che rientra nella concezione andina del mondo e dell’universo.

Molto diretto il collegamento presente nel bassorilievo Mask del 2022 di Maria Positano (Londra, 1995), che si rifà alla tradizione delle maschere funerarie e, in particolare, a quella di Agamennone. Mentre le maschere dell’antica Grecia, realizzate per tramandare i lineamenti delle persone ritenute “importanti”, venivano realizzate in materiali preziosi, la Positano, pur riproducendo nell’esito una certa preziosità, si serve di materiali di riciclo, una pratica che rientra nella sua poetica di riflessione sui temi dell’ambiente, genere, tradizione, cultura e corpo. Anche Emanuele Resce (Benevento, 1987) fa uso di elementi di risulta. Egli, tramite il loro assemblaggio, dà vita a divinità contemporanee e antropomorfe, quasi aliene, per cercare di riunire naturale e artificiale in un unico universo ed dar vita ad una riappacificazione tra due mondi.

Un tema antico quanto quello della maschera è il cambiamento di forma, la metamorfosi. Due temi che si muovono in parallelo con molti punti in comune. Indossando la maschera infatti cosa si compie se non una metamorfosi dei nostri lineamenti, della nostra identità? Alik Cavaliere (Roma, 1926 – Milano, 1998) proprio al tema della metamorfosi ha dedicato molte delle sue opere. In questa mostra abbiamo presentato una scultura in bronzo del 1958 della serie Giochi Proibiti – Metamorfosi, una figura antropomorfa sembra allungare un braccio verso l’alto, la mano si ingigantisce somigliando ai rami di un albero: una trasmutazione che non può non ricordare la leggenda di Apollo e Dafne resa immortale da Ovidio nelle sue famose Metamorfosi.

Sebastian Thomas (Fayette, Arkansas, 1994) riprende invece le miniature degli incunaboli medievali dai soggetti cavallereschi. Nella sua opera a fare eco alla funzione delle maschere sono le armature e gli elmi che i paladini indossavano in battaglia con lo scopo sì di proteggersi, ma pure di intimorire l’avversario alla sola vista.

Della Collezione 54, collezione privata che da circa trent’anni ha focalizzato la sua attenzione sulla produzione artistica del Continente Africano e che del tema della maschera fa uno dei suoi temi cardine, sono state scelte tre opere rispettivamente di Chagas Edson, Emo de Medeiros e Kelechi Charles Nwaneri.

Riconosciuti a livello internazionale, tutti e tre gli artisti si servono rispettivamente di tre medium diversi e usano la maschera come mezzo per affrontare il rapporto complesso tra la tradizione e la contemporaneità. 

L’angolano Chagas Edson (Luanda, 1977), con la fotografia Tipo Passe (Diana S. Sakulombo), denuncia il processo di occidentalizzazione dell’Africa presso cui si stanno ormai affermando nuovi canoni di bellezza, ritraendo se stesso con indosso un’antica maschera africana ma abiti eleganti e moderni. Emo de Medeiros (Cotonou, Benin, 1979), invece, indaga le tematiche del post-colonialismo e multiculturalismo in chiave fantascientifica, creando la  scultura Zangbeta che indossa costumi tradizionali ibridati da materiali artificiali e parti robotiche. Infine, Kelechi Charles Nwaneri (Lagos, 1994) crea una riflessione visiva sull’integrazione e la globalizzazione, realizzando un dipinto che ritrae una donna dal volto e corpo dipinto, seduta a una tavola apparecchiata, e con ai piedi un animale che indossa la maschera di una sfinge. 

COMUNICATO STAMPA

Nascosti alla luce del sole, installation view, 2023

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Emanuele Resce, Nascosti alla luce del sole, 2023

installation view

Sebastian Thomas, Through the Gates, 2023

tecnica mista,

50x40x3 cm

 

Ako Atikossie, Congettura dello spazio-tempo, 2023

acrilico, pennarello acrilico su tela,

211x155x10 cm

Alik Cavaliere, Giochi proibiti – Metamorfosi, 1958

pastelli ad olio su carta, 117×79 cm

bronzo, 120x35x38 cm

installation view

Nascosti alla luce del sole, 2023, installation view

Nascosti alla luce del sole, 2023, installation view