Pre/vedere
Progetto di Team building di Filippo Riniolo

Pre/vedere – Progetto di Team building
Qui da Nashira Gallery è stato organizzato un workshop tenuto dall’artista Filippo Riniolo per la società Denti e Salute.
L’artista ha cercato di fornire ai dipendenti dell’azienda gli strumenti per identificare il proprio ruolo e la propria identità e lo ha fatto attraverso l’arte, attraverso il pensiero laterale.
Si è trattato di un processo aziendale a tutti gli effetti, solo perseguito con mezzi diversi da quelli consueti.
Il progetto ha avuto anche un effetto di “team building” perché creare insieme produce affinità e gruppo, ma è profondamente diverso dal trascorrere insieme un qualsiasi momento ludico, è lavorare in sintonia in un modo radicalmente diverso.
L’esperienza è stata intensa e formativa, sia per i dipendenti che per me che l’ho ospitata.
Con l’augurio che possa ripetersi con altre aziende.

Concept
Tiresia, Calcante, Cassandra, l’Iliade e i Nostoi della Grecia antica sono pieni di chiaroveggenti. Vedere e prevedere il futuro è fondamentale. Un’esigenza fondativa dell’uomo. Perché il chiaroveggente non è il re? O la regina? O un guerriero? La figura del veggente ha bisogno di distanza dal potere, che è il presente ontologico, per guardare oltre.
Raffigurandoci Tiresia, Calcante o Cassandra al giorno d’oggi dovremmo immaginarli più come uomini di scienza che come maghi. Proprio come gli alchimisti sono il prodromo della chimica. Persone che leggono il presente con il pensiero laterale, che studiano la realtà e i suoi processi e formulano ipotesi sul futuro.
Il chiaroveggente di 3200 anni fa annuncia la sconfitta perché vede il presente meglio del potente di turno. I regnanti di ogni epoca invece di cambiare se stessi, provano a cambiare i chiaroveggenti accusandoli. La storia ci racconta che hanno torto.
Perché dunque può interessare alla scienza ricercare le proprie radici? Perché le discipline scientifiche hanno un significato nella società estremamente profondo, sono l’istituzione a cui tutto il mondo ha fatto riferimento durante la pandemia (nelle catastrofi passate era la Chiesa) ma sono protagoniste del pensiero almeno dalla seconda guerra mondiale in poi. Aprono grandi questioni di carattere filosofico, dalla bomba atomica alla gestazione per altri. Per la loro importanza hanno bisogno di una genealogia, sapere da dove veniamo serve a capire dove andremo.
La scienza, come i chiaroveggenti, non sempre dice la verità, ma dà ipotesi attendibili. I modelli scientifici hanno la caratteristica di poter essere verificati costantemente attraverso il loro stesso metodo scientifico e non con nozioni improvvisate. Questo ci destabilizza. La religione afferma verità ontologiche, dogmatiche e immodificabili. La scienza no.
Un workshop di scienziati e medici sui chiaroveggenti punta a far emergere delle radici e identità da sempre presenti. A ricostruire un passato per rendere più chiaro un presente.
Questo workshop si concentra nella messa a fuoco dell’identità e purpose aziendali attraverso una pratica artistica, ovvero di pensiero laterale. È divertente ma non è un gioco, è un processo aziendale a tutti gli effetti, solo perseguito con altri mezzi per creare un vero ed efficace team building.
Poter determinare e mettere a fuoco il perché e il senso del proprio lavoro è il cuore del team building, perché non tutti devono essere amici, ma tutti devono sentire chiaramente il senso di quello che stanno facendo insieme.

Tutto parte da un poema
L’Odissea e gli altri Nostoi sono sopravvissuti a 500 anni di Medioevo dall’età del bronzo. Gli eventi del 1200 A.C. hanno attraversato 500 anni di crollo delle civiltà per riemergere come testi fondativi della cultura ellenica (purtroppo altri Nostoi, come quello di Agamennone, sono andati persi).
Dobbiamo immaginare questi testi come una forma di Bibbia o di testi sacri e identitari di un popolo.
Anche l’impero romano ha sentito il bisogno di avere come elemento fondativo un poema che partisse da Troia e da quella vicenda. Era assolutamente consapevole che un esercito non bastasse, serviva una poesia a creare un popolo. E Virgilio ha scritto l’Eneide proprio per produrre questo cambiamento.
Anche il nostro paese ha ovviamente il proprio poema fondativo, che è la Divina commedia di Dante, che non a caso prende Virgilio come maestro. Perché il poema parte sempre dalla fondazione di una nuova civiltà.
Ad oggi proviamo a scrivere un poema, come esercizio per scrivere una nuova civiltà, e come allora, come sempre, iniziamo da dove tutto è cominciato: la guerra di Troia.